
A Parma stanno crescendo le imprese che “fanno arte”: scelgono, cioè, di investire in cultura, coniugando la promozione e la tutela del patrimonio con efficienza, concretezza e capacità tipicamente manageriali. Del resto, nonostante l’apparente distanza tra i due mondi, processo produttivo e processo artistico presentano punti di contatto: entrambi sono frutto di un metodo ed è dalla bellezza che possono nascere innovazioni che vadano oltre il canone della sola tecnologia.
“Cultura in impresa” racconta appunto la trasformazione – attraverso il coinvolgimento delle persone, l’apertura di nuovi luoghi o la fruizione originale di quelli esistenti – delle aziende parmensi in spazi dove il pubblico può entrare a contatto con la cultura e respirarne le varie espressioni: dalla musica al teatro, alle arti figurative passando per performance artistiche.
In Parma, the number of enterprises that “do art” is increasing: that is to say, companies that choose to invest in culture, combining the promotion and protection of cultural heritage with efficiency, practicality and typically managerial skills. After all, despite the apparent distance between these two worlds, the creative process and the production process have points in common: they are both the result of a method, and beauty has the power to produce innovations that go beyond a purely technological canon.
“Cultura in impresa” (Culture in the company) describes the transformation – through the involvement of people, the opening of new locations or the use of existing ones in an original way – of the Parma area companies in spaces where the audience can come into contact with culture and experience its various expressions: from music to drama, to figurative and performance art.